1899-1927
C’è un pregiudizio che fa della cartolina il prototipo della melensaggine, del romanticume, del kitsch insomma. Cosa che purtroppo si rivela una mezza verità, nata dal panorama deprimente e banale che troppo spesso la cartolina ha offerto a partire dagli anni ’60 del Novecento. Ma le cartoline “orientali” che qui presentiamo sono tutt’altra cosa e ci si offrono invece come le spie, i paradigmi indiziari per dirla alla Ginzburg, di culture costrette ad aprirsi al mondo e che per sopravvivere hanno dovuto coniugare il loro passato raffinatissimo col sentire dei nuovi tempi.
Sono un gruppo di 62 cartoline – 47 di “argomento” giapponese e 15 cinese – spedite o collezionate tra il 1899 e il 1927, con una netta prevalenza tra il 1900 e il 1915, vale a dire il culmine del periodo d’oro della cartolina illustrata. Esse traducono in termini visivi i sogni, le aspirazioni, le fantasie di un popolo ma anche soddisfano l’immaginario collettivo di una folla di occidentali affascinati da “quella” immagine dell’Estremo Oriente; immagine che isolata dal suo contesto viene ridotta a pura esteriorità, a stereotipo, ma che non significa non sia effettivamente esistita.
Alla fine di ognuna delle ultime due, delle brevi schede illustrano ogni cartolina, nella loro descrizione si è cercato di andare oltre l’ovvio studio iconografico-contenutistico e, quando possibile, si sono usati in modo incrociato differenti elementi per datare il materiale.
Testo a cura di Adriana Casertano