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Archivio Alfonso Mottola

Nell’occasione del centenario della nascita del fotografo Alfonso Mottola (1921-2008), l’archivio, donato dalla moglie subito dopo la sua scomparsa, è stato in gran parte condizionato e digitalizzato. Il patrimonio, che risulta di particolare rilevanza non solo quantitativa (circa 40.000 documenti) ma anche qualitativa, si differenzia dagli altri coevi, parimenti conservati in Fototeca, perché non ci restituisce scatti di cronaca nera o rosa o il mondo dello sport. Né sono colti i momenti intimi e privati dei triestini: dai matrimoni alle comunioni. Le brevi, quanto preziose, annotazioni manoscritte sono state di grande aiuto per identificare i macro nuclei tematici tra cui si ricordano Trieste, il Carso, San Giusto, Miramare, Umberto Saba, Marcello Mascherini, la Risiera di San Sabba, Muggia, l’Operazione Corsaro e le foto mediche. La produzione fotografica di Mottola, titolare del negozio Foto Astra di via Carducci 10 dal 1951 al 1999, è legata principalmente ai libri pubblicati da solo o in collaborazione con altri autori e copre un arco cronologico compreso tra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Novanta. Alfonso Mottola non si limita a conservare i positivi o i negativi ma crea degli album di positivi funzionali alla redazione dei volumi in cui si riscontra la presenza di diverse annotazioni relative a indicazioni di stampa, soggetti, marcature e numerazioni utili a comprendere il meditato processo di elaborazione dei libri. Questi pregiati strumenti permettono di osservare da dietro le quinte l’attività del fotografo, consentendoci di entrare virtualmente nel suo laboratorio. Uno sguardo attento, profondo e inedito il suo, che non cade mai in manierismi di forma e contenuto, e risente delle contaminazioni derivanti dalle suggestioni degli amici pittori e scultori. Alfonso è amico di Marcello Mascherini, Livio Rosignano, Lojze Spacal, Biagio Marin, Stelio Crise, Carlo Ulcigrai, Romano Boico, Fulvio Tomizza. Le personalità dell’arte, della cultura, della politica sono ritratte dal fotografo con grande maestria ma la stessa cura è evidente nella descrizione di coloro, anonimi, che incontra lungo il suo cammino. Indipendentemente dalla notorietà, i volti hanno in comune il sapore di un’indagine intima, carica di una grande intensità emotiva che rivela la rara capacità di Mottola di guardare con la mente non solo con gli occhi. Lo sguardo di Alfonso Mottola è riuscito a cogliere con grande sensibilità anche l’evoluzione del capoluogo giuliano e del territorio carsico nel tempo. Il racconto per immagini non mette in scena una città statica, contemplata, ma narrata attraverso gli occhi di chi la vive e ne condivide quotidianamente esperienze e sorti. Si sofferma a lungo a descrivere il Carso e, consapevole del rischio della progressiva perdita d’identità di quei luoghi, realizza un romanzo visivo in cui le foto, concatenate tra loro, immortalano una terra ancora abitata da bambini, donne, soprattutto anziane, uomini impegnati nel duro lavoro della terra. È facile immaginare il fotografo in giro, munito di Rolleiflex, attento a incrociare la dimensione antropologica con l’esplorazione del paesaggio. Dal 16 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022, la Fototeca tributa un doveroso omaggio al cronista e artista di Trieste, come lo ha definito Libero Mazzi, figura importante del panorama fotografico triestino che ancora oggi ha il pregio di sorprenderci grazie a una fotografia che non è mero oggetto estetico ma strumento di racconto e memoria.

Presso il bookshop di Palazzo Gopcevich è disponibile il catalogo della mostra, costo 25 euro.
 
Le descrizioni dei servizi sono disponibili online nel Catalogo dei beni culturali Musei Civici del Comune di Trieste

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