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#17 scatto

Il 29 luglio 1900, alle 22.45, il Re d’Italia Umberto I viene mortalmente colpito dall’anarchico Angelo Bressi, a Monza, dove il sovrano si era recato in occasione di un concorso ginnico.

Nato a Torino il 14 marzo 1844 da Vittorio Emanuele e Maria Adelaide, sposatosi il 22 aprile 1868 con Margherita di Savoia, Umberto diventa re dopo la morte del padre, avvenuta il 9 gennaio 1878. Dopo essere sfuggito ad altri due attentati, il sovrano muore, colpito da tre revolverate, all’alba del nuovo secolo.

“ll Piccolo” riferisce in modo circostanziato l’effetto prodotto a Trieste dalla notizia. “Per le vie si formavano capannelli di gente che commentava, ansiosa ancora di una sperata smentita, il tragico fatto. Molti avevano le lagrime agli occhi. Le manifestazioni di lutto si estrinsecano nella vita esteriore, espressione di un sentimento di cordoglio profondo, nelle gramaglie che coprono i fanali e le insegne dei caffè e dei negozi, nei drappi neri che pendono da molti poggioli e finestre.” Al consolato italiano continua il pellegrinaggio pietoso dei cittadini che si recano ad apporre la propria firma nell’albo ivi esposto e gli spettacoli e i concerti pubblici sono sospesi e lo rimarranno fino a dopo i funerali che si svolgeranno il 9 agosto.

Per l’occasione, la folla triestina si raccoglie in Piazza Grande dove la attende un corteo di 18 carrozze. Alle 9.40 il corteo si mette in moto per dirigersi verso la chiesa di Sant’Antonio Nuovo vestita a lutto. Nella prima carrozza con cocchiere e valletto in livrea rossa, prende posto il podestà Scipione Sandrinelli col segretario di Consiglio Brugnara. Seguono 32 consiglieri municipali nelle altre carrozze che fendono la folla. Nello sfondo, la città veste il colore nero del dolore mentre le case sono abbrunate, le insegne dei negozi scompaiono sotto i drappi neri e i neri stendardi ascendenti giù dai tetti fin quasi al suolo. La cerimonia funebre si svolge a Sant’Antonio, alla presenza del conte Lambertenghi, console d’Italia.

Più tardi il corteo procederà lungo il Corso e dinanzi agli uffici del giornale “Indipendente” si emetteranno grida di evviva. È l’unico momento in cui accorrono le guardie ma senza arresti visto che nel frattempo il corteo riparte silenzioso.

Se il quotidiano triestino rievoca attraverso le parole l’omaggio triestino al sovrano italiano, le immagini ne integrano e completano il racconto. In Fototeca sono conservate diverse foto che descrivono il lutto cittadino: la sede dell’”Indipendente” vestita a lutto a cui rendono omaggio i triestini è immortalata dal fotografo dilettante Salvatore Salto. L’autore è un ingegnere proveniente da Istanbul che firma i positivi definendosi fotografo dilettante. Diversi positivi descrivono la folla in piazza Sant’Antonio Nuovo con la colonne della chiesa rivestite a lutto, altri descrivono le vie principali della città con i drappi neri.

La sede del Piccolo vestita a lutto per la morte di Umberto I, 8.08.1900
Piazza Grande (Unità) vestita a lutto per la morte di Umberto I, 9.08.1900
Lutto per la morte di Umberto I: sede de l’Indipendente
Lutto per la morte di Umberto I: messa nella Chiesa di Sant’Antonio Nuovo, 9.08.1900

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