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Trieste 1921: Luoghi storie memorie

Assessorato alla Cultura
Giorgio Rossi

Direttore Dipartimento Scuola, Educazione, Promozione Turistica, Cultura e Sport
Fabio Lorenzut

Responsabile di P.O. Musei Storici e Artistici
Stefano Bianchi

A cura di Stefano Bianchi, Claudia Colecchia e Antonella Cosenzi

Allestimento a cura di
Marino Ierman con la collaborazione di Gabriella Gelovizza, Cristina Klarer, Alessandra Relli

Grafica e stampa
Art Group Graphics,
Trieste

Video a cura di
Zunami Film Studio

Coordinamento organizzativo
Alessia Neri con Gabriella Di Marino, Michela Martini, Francesco Recanati, Piero Stuparich, Eleonora Venier

Traduzioni
Quickline, Trieste

Si ringraziano:
Fabrizio Alberti, Elisabetta Bufffulini, Riccardo Caldura, Fulvio Caruso Tomsich, Antonietta Colombatti, Emanuela Cossetto, Gloria Deotto, Patrizia Fasolato, Diana Ferrara, Francesco Gabrielli, Tiziana Giannotti, Olga Ivanovich, Emilio Medici, Michela Messina, Luca Moro, Gabriella Norio, Silvia Relli, Chiara Serafini, Cristina Zacchigna, Piera Zanon

Nell’ambito delle iniziative finalizzate a celebrare la ricorrenza del centenario del Milite Ignoto, in stretta connessione con la mostra open air, itinerario per immagini che attraversa alcuni dei luoghi più attrattivi della città, il Servizio Musei e Biblioteche propone un’esposizione che narra la Trieste di cento anni fa.

La fonte è rappresentata dalle ricche collezioni delle istituzioni culturali comunali: la Biblioteca e la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, il Civico Museo di Storia Patria, il Civico Museo del Risorgimento e Sacrario Oberdan, il Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl.

Le opere d’arte, gli oggetti, i manifesti, le fotografie, i documenti, i libri, i giornali, i francobolli ci aiutano a entrare nel clima di quei giorni di straordinaria intensità: come tessere di un mosaico, innanzi ai nostri occhi si parano i cambiamenti culturali, sociali ed economici della città dalla scontrosa grazia, come ricorda Umberto Saba nel Canzoniere pubblicato anch’esso nel 1921.

L’excursus alterna la bora di entusiasmo delle feste dell’Annessione e dello Statuto al pathos suscitato dalla cerimonia del Milite Ignoto: evento collettivo fortemente caratterizzato dalla presenza di madri e vedove dei numerosi caduti. Altri focus sono dedicati alla vita dei teatri e a quella dei musei nell’anno in cui si accolgono i cimeli di Guglielmo Oberdan.

Ancora, dagli scrigni museali emergono variegate testimonianze che riecheggiano le tensioni e gli scontri politici di quelle giornate inaspriti dalla crisi economica e occupazionale.

Luoghi, storie e memorie evocati dalle suggestioni e sollecitazioni provenienti dagli archivi e dai depositi, ci ricordano l’importanza della conservazione della memoria e della sua trasmissione.

Tre brevi video-interviste realizzate con i curatori renderanno la mostra fruibile nel tempo e da remoto.

LA FESTA DELL’ANNESSIONE

La legge 19 dicembre 1920, n. 1778 ratifica il Trattato sottoscritto a Rapallo il 12 novembre 1920 tra il Regno d’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Lo stesso prevede l’attribuzione di Gorizia, Trieste, Pola, Zara e alcune isole dalmate al Regno d’Italia, nonché il riconoscimento di Fiume come Stato indipendente.

Il 5 gennaio 1921 Trieste si unisce all’Italia ma la celebrazione della “Festa dell’Annessione” è posticipata al 20 marzo.

I preparativi iniziano sin dai giorni precedenti. Già il 18 marzo la città si veste di bandiere tricolori, nastri, fiori e addobbi. Ogni casa indossa il suo vestito patriottico, come i negozi, i banchi delle rivendugliole di Piazza Goldoni e i carretti dei gelatai ambulanti.

Il palazzo del Governatore, il Municipio, il Lloyd, le sedi degli uffici pubblici, dei maggiori istituti finanziari, commerciali e di assicurazione sono illuminati grazie a sottili fili di rame muniti di lampadine elettriche.

La città si riempie di illustri ospiti: i rappresentanti della Camera e del Senato, i sindaci di Roma, Ancona, Aquila, Fiume, Napoli, Reggio Calabria, Trento, Venezia e Padova con il Rettore dell’Università.

Molte ditte elargiscono una gratificazione economica ai dipendenti, tra queste, Il Piccolo, l’impresa Ars Redenta che regala al personale del teatro la doppia giornata di stipendio e non manca di gratificare gli addetti Enrico Wölfer, cognato di Umberto Saba, che gestisce il Teatro Eden e il cinema Italia. Il lunedì 21 alle scuole di Trieste è concessa una giornata di vacanza per permettere a docenti e allievi di partecipare alla festa collettiva.

L’ingresso di Trieste in Italia suscita anche gesti di disapprovazione: manifesti bianchi, rossi e blu, lanciati da un aeroplano sulla Valle del Vipacco, sostengono che l’Annessione del Litorale sarà la morte dell’Italia.

Immagini, opere d’arte e documenti restituiscono volti e voci di una giornata memorabile.

Rodolfo Buffa (1882-1960) Festa dell'Annessione: arrivo della Caio Duilio Trieste, 18.03.1921 Dono Arduino Berlam, 05.03.1928 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F12189

Il 18 marzo vengono accolte da una folla festante la nave da battaglia Caio Duilio al comando del capitano di vascello Fausto Gambardella, la corazzata Vittorio Emanuele al comando del capitano di vascello Raffaele Fiorese, l’esploratore Riboty al comando del capitano di fregata Gustavo Bogetti e i due cacciatorpedinieri Stocco e Bassi. Fausto Gambardella inoltrerà una lettera al commissario straordinario della Venezia Giulia, Antonio Mosconi, nella quale, accomiatandosi, descriverà le emozioni suscitate dalla bora di entusiasmo dei triestini.

Sul recto l’indicazione della data è errata.

Il sogno di Pupolino dopo l’Annessione nella notte sul 21 marzo 1921 Trieste, Il Piccolo, 26.03.1921 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte inv. F250801 Cartolina allegata al Piccolo della Sera di Trieste, d.d. 26.03.1921 Il Piccolo dei piccoli

Il personaggio di Pupolino appare per la prima volta nella rubrica Il Piccolo dei piccoli del quotidiano triestino il 6 marzo 1920 con il motto: ogni bambino riderà con Pupolino, il pigmeo dei redattori.

Molto apprezzato dal pubblico infantile, Pupolino non si limita alla carta scritta ma organizza svariate attività con l’intento di coinvolgere attivamente i giovani lettori.

Il 26 marzo 1921 il giornale regala ai giovani pupolinisti la cartolina dell’Annessione e rivolge la preghiera di contribuire con fotografie, nastri, medaglie, scritti, autografi, giornali commemorativi, incisioni, coccarde, stampe, distintivi alla redazione di un album che testimoni l’italianità di queste terre.

Studio Pietro Sbisà Festa dell'Annessione della Venezia Giulia all'Italia Trieste, 20.03.1921 Dono Pietro Sbisà, 11.04.1921 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F2843

La piazza è gremita: migliaia di persone assistono all’evento dalla piazza, dalle finestre e persino dai tetti degli edifici. Alcuni ritardatari seguono la celebrazione lungo le vie laterali.

Festa dell’Annessione: corteo in Piazza Borsa Trieste, 20.03.1921 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F2838

Il Comune accorda a Giuseppe Fava il permesso di erigere il giorno dell’Annessione uno steccato in piazza della Borsa per la vendita della Rosa dell’Annessione.
Il ristorante Dreher di Piazza della Borsa espone il tricolore ma la bandiera più grande, lunga 18 metri, la riserva al fumaiolo della fabbrica Dreher. Lungo i bordi della bandiera, che consta di 108 metri quadrati di tessuto, sono disposte tre file di lampadine elettriche verdi, bianche e rosse che riproducono l’effetto cromatico.

La storia del Milite Ignoto

Il primo a proporre una cerimonia in onore del Soldato Sconosciuto è il colonnello Giulio Douhet (1863-1930) il 24 agosto 1920 sul periodico del movimento da lui fondato Il Dovere.

Nel 1921 il disegno di legge Onoranze al soldato ignoto presentato alla Camera prevede che i numerosi caduti senza nome siano onorati e ricordati attraverso una salma scelta a caso e solennemente sepolta a Roma.

Le salme recuperate nei campi di battaglia sono sistemate in altrettante identiche casse di legno, a Gorizia, per essere poi traslate nella Basilica di Aquileia.

La selezione è compiuta il 28 ottobre ad Aquileia da Maria Blasizza Bergamas (1863-1953), madre di Antonio (1891-1916), che aveva disertato l’esercito asburgico per combattere tra le fila italiane ed era stato dichiarato disperso. La celebrazione è officiata dal vescovo di Trieste, Angelo Bartolomasi (1869-1959).

Al direttore dell’Ufficio Belle Arti e Monumenti del capoluogo giuliano, Guido Cirilli (1871-1954), con il pittore Argio Orell (1884-1942), spetta il compito di realizzare il carro funebre e altri 15 destinati a raccogliere le corone via via offerte. Il viaggio verso Roma viene effettuato lentamente, solo di giorno, per favorire il massimo coinvolgimento del maggior numero di persone.

Durante le soste diurne del treno della durata di cinque minuti sono vietati i discorsi mentre le bande musicali presenti possono suonare, solo alla partenza del treno, La Leggenda del Piave scritta dall’impiegato postale Giovanni Gaeta (1884-1961), più noto con lo pseudonimo E.A. Mario.

Il Milite Ignoto giungerà a Roma il 2 novembre per essere collocato nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, dove rimane esposto fino all’imbrunire del giorno 3.

Il 4 novembre, giorno del terzo anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, la bara viene tumulata all’Altare della Patria con una solenne cerimonia che si svolge in tutte le città d’Italia. A Trieste la cerimonia è austera e silenziosa. Solo nel momento dell’inumazione, risuonano le campane e vengono sparati ventuno colpi di cannone dei presidi militari.

Le fotografie alla Fototeca dall’architetto triestino Arduino Berlam (1880-1946) nel 1928 restituiscono un racconto per immagini del viaggio da Trieste a Roma.

Foto materiale Toresella Il carro funebre del Milite Ignoto Trieste, 27.10.1921 Dono Arduino Berlam, 05.03.1928 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F12168 La data manoscritta riportata sul recto è errata
Armando Bruni Il Milite Ignoto verso Roma Pordenone, 29.10.1921 Dono Arduino Berlam, 05.03.1928 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F12171
Le ghirlande intorno al loculo del Milite Ignoto Roma, 04.11.1921 Riproduzione Dono Arduino Berlam, 05.03.1928 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F12184

Il Censimento del 1921

Pietro Opiglia Canal grande Trieste, 1923 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F74014

Palazzo Gopcevich si affaccia sul Canale di Ponte Rosso: da qui si estendeva il Porto Vecchio sino a Barcola. L’edificio, costruito da Giovanni Berlam nel 1850 su commissione del nobile montenegrino Spiridione Gopcevich, consta, nel 1921, di 13 abitazioni. La famiglia di Mario Diem Mauser, uno dei proprietari del palazzo, figlio adottivo dell’industriale Giuseppe Michele Mauser, occupa un appartamento di 8 stanze al primo piano.

Il censimento del 1921 restituisce un’interessante istantanea di Palazzo Gopcevich. Nei cinque piani convivono possidenti, impiegati, ingegneri, medici, impiegati del Lloyd, professoresse di pianoforte, maestre, capitani marittimi, capo magazzini del mercato generale, maestre, fabbri, barbieri e salumai. L’abitazione al secondo piano del medico Giuseppe Frondoni comprende persino un laboratorio di analisi. Ceti sociali diversi sono disposti secondo una scala gerarchica discendente: i più umili all’ultimo, i più facoltosi al primo. Donne e uomini provenienti da svariati luoghi e lingue: Trieste, Spalato, Dubrovnik, Guastalla, Leopoli, Lussinpiccolo, Parenzo, Salvore, Capodistria. Le cameriere e le domestiche arrivano prevalentemente dalla provincia di Udine.

Il palazzo, messo in vendita nel 1920, sarà acquistato dall’Istituto Nazionale d’Assicurazione nel dicembre 1921. L’Istituto si era distinto nell’occasione della festa dell’Annessione, per avere concesso delle polizze gratuite di 1.000 lire ciascuna a favore di alcune bambine nate a Trieste tra i 6 e i 10 anni.

Festa dello Statuto Trieste, 5.06.1921 Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, inv. F2859

La festa dello Statuto, che ricorre il 2 giugno, viene celebrata domenica 5 giugno 1921.

Piazza Unità è tricolore e il palco delle autorità è allestito al Molo Audace. Alle 17.15 affluiscono le truppe agli ordini del Colonnello Brigadiere Corso, comandante della Brigata Sassari, che renderà gli onori al Comandante di Divisione, generale Castagnola. Le foto immortalano la sfilata delle truppe. Il Tenente Generale Carlo Sanna (1859-1928), passa in rivista le truppe del Presidio e inizia il corteo.

L’ordine pubblico è vigilato da due compagnie di carabinieri a cavallo, ammiratissimi per le fulgide e scintillanti divise indossate.

La moda si è evoluta dopo la fine della guerra: gli abiti di cotone sono più corti. Il 1921 è l’anno dello Chanel N. 5 realizzato con l’aiuto di Ernest Beaux, profumiere dello zar. Gli uomini indossano le pagliette, tradizionale cappello estivo, le donne ampi cappelli che, con il contributo di ombrelli di pizzi e merletti, le proteggono dal sole.

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