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Premio Musei Civici 2024

Sabato 26 ottobre è stato conferito, presso l’Auditorium del Museo Revoltella, nell’ambito delle Premiazioni del Festival Triestephotodays, il Premio Civici Musei.

Nell’ambito di una rosa suggerita dagli organizzatori del Festival, Claudia Colecchia e Michela Messina hanno selezionato il vincitore Mauro Zorer con “La marcia dei bambini del 22 giugno 1944”.

Durante la Seconda guerra mondiale, “La Foce”, la tenuta di Iris e Antonio Origo in Val d’Orcia, divenne asilo generoso dapprima per i bambini sfollati di alcune città italiane, poi per i prigionieri inglesi, assegnati per lavoro alla loro fattoria, e infine, dopo l’8 settembre 1943, per tutti coloro che si trovavano a vagare dispersi per le campagne: soldati di ogni nazione, ebrei, intere famiglie sfollate. Iris Origo redige un diario che narra dal gennaio 1943 al luglio 1944, giorno dopo giorno questo tragico periodo della nostra storia che culmina con il racconto della drammatica marcia dei bambini verso Montepulciano in cerca della salvezza, in attesa dell’arrivo delle truppe alleate.

A distanza di settant’anni Mauro Zorer rievoca l’episodio in modo inedito e personale.
La sua capacità di narrare ed evocare quanto è accaduto dialoga con i pregevoli ambienti storici dell’elegante casa museo.
Ferdinando Scianna ci insegna che ricordare talvolta è sinonimo di immaginare. E Zorer immagina.
Balza subito agli occhi la capacità di narrare del  fotografo attraverso lo sguardo e la sua interpretazione.
Palcoscenico di rara bellezza è la Val d’Orcia, diversi gli attori.
Il contrasto tra le nuvole basse, oltre le quali c’è la pace anelata e la terra pregna di pericoli.
Gli alberi secchi prosciugati dalla guerra ma ancora lì, testimoni dello scorrere del tempo, le crepe in cui si insinua il dolore imposto e subito, le mura caratterizzate dalla stratificazione di pietre e mattoni diversi per tipologia e dimensione come i tasselli che costituiscono la vita di ciascuno di noi. C’è qualcosa di magico in questa operazione.
A noi non resta che il piacere di guardare, il dovere di comprendere il senso più ampio delle sue visioni, pronte a penetrare nelle trame dei tempi e degli eventi.

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