Dal 22 dicembre 2016 sino al 19 febbraio 2017, è stata allestita un’esposizione presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich, dedicata al Fondo delle fotografie stereoscopiche, conservato presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, in cui si è offerta, per la prima volta al pubblico, una selezione dei positivi su carta e diapositive su vetro realizzate tra il 1850 e il 1930.
La mostra e il catalogo consolidano l’intento di far conoscere e valorizzare il patrimonio posseduto dalla Fototeca cittadina, svelando in questo caso il mondo delle stereoscopiche che, dal 1851, anno in cui vengono proposte all’Esposizione internazionale di Londra e affascinano la Regina Vittoria, diventano così popolari da contribuire significativamente alla diffusione della fotografia, soprattutto di soggetti turistici.
Il titolo trae spunto dal libro di Jules Verne Dalla terra alla luna scritto nel 1865: sono gli anni in cui le vedute delle destinazioni turistiche consentono di effettuare i primi viaggi “virtuali” intorno al mondo: di ri-conoscere i luoghi senza conoscerli. Lo stereoscopio consente al fruitore di immagini di viaggiare comodamente seduto in poltrona accanto al caminetto, come dice Charles Baudelaire, vedere il mondo e restargli nascosto.
Il viaggio nel mondo e oltre il mondo delle stereoscopiche parte da Trieste, attraversa l’Italia del Grand Tour, scopre i luoghi topici del mondo occidentale e orientale, fino ad approdare sulla Luna.
In occasione dell’allestimento, il percorso è stato arricchito da una selezione di stereoscopiche, prevalentemente a colori di Arturo Benussi, fotografo amatore di grande talento, gentilmente concesse dalla famiglia.
Marino Ierman, Da Trieste alla Luna: vedere il mondo e restargli nascosto, 2017, CMSA F189805_4392
Il fondo delle fotografie stereoscopiche consta di 734 beni fotografici di formato vario (da 45×105 mm, di tipo Verascope, al formato più grande 90×180 mm). Si tratta di positivi su carta e diapositive su vetro realizzate tra il 1850 e il 1930 (albumine, gelatine e autocromie). Tutte le fotografie stereoscopiche sono state catalogate e digitalizzate nel Catalogo integrato dei beni culturali: biblioteche.comune.trieste.it.
La raccolta triestina propone i luoghi simbolo dell’immaginario turistico: Trieste, le città italiane del Grand Tour, d’Europa, dell’Egitto e dell’esotico Oriente sino alla Luna.
Trieste è ritratta attraverso i suoi luoghi più noti: Miramare, Piazza Unità, San Giusto, il museo Revoltella, Ponterosso, il Molo Audace, Piazza della Borsa, le chiese, i giardini, i luoghi di ritrovo con i teatri, le corse al trotto, il bagno popolare alla Lanterna e Barcola.
Ferdinando Ramann, San Giusto, [1888] CMSA F8788
Le stereoscopiche del Grand Tour raccontano città come Roma, Amalfi, Firenze oltre ad alcune città europee, tra cui l’immancabile Parigi.
B. K. Editeur, Abside di Notre Dame, [1880] CMSA F199199
Si segnalano le stereoscopie tipo Verascope, che descrivono le città d’arte di Roma e Firenze e il pellegrinaggio, datato 28 giugno 1907, compiuto da alcuni triestini alla tomba di Garibaldi a Caprera, a bordo della nave Savoia, in occasione del centenario dalla nascita dell’Eroe dei due mondi. Le immagini costituiscono un interessante diario di viaggio dell’omaggio a Garibaldi, rievocando i momenti dello sbarco, la passeggiata verso la Casa Bianca, la visita alla tomba e alla famiglia.
Dopo la prima guerra mondiale, il pellegrinaggio patriottico riguarderà anche i luoghi degli eroi irredenti. La Fototeca conserva una tarda stereoscopica su vetro dedicata alla lapide di Ruggero Timeus, medaglia d’argento, caduto sul fronte carnico nel settembre del 1915.
Caprera, la famiglia Garibaldi, [1907], CMSA F NV 225
Si evidenzia la presenza anche di altre città tra cui: Milano, Udine, Venezia, Pompei, Pozzuoli, Pisa, Firenze, Roma, Palermo, Lucerna, Granada, Berlino, Colonia, Londra, New York, Salisburgo, Praga, Siviglia, ben 32 stereoscopie egiziane (di cui 23 attribuite a Francis Frith), Mosca, Istanbul, Kyoto, Tokyo, Jaipur.
Dieci stereoscopiche descrivono la luna e i suoi effetti luminosi sul mare: le immagini provengono dal legato di Filippo Zamboni. Il donatore si definisce un selenografo e selenomane desideroso di far notare nella luna la presenza di un uomo dalla testa capelluta rivolto a sinistra mentre bacia una testa di donna inclinata, perduta in un mare di capelli, a destra. Nel tentativo di rendere visibile il Bacio nella Luna acquista diverse fotografie stereoscopiche che definisce imperfette, con una densità di macchie brusche nere o isbiadite e veramente anemiche.
Warren De La Rue, Fotografie lunari, 1868-1859, CMSA F23867
Si conservano rari esemplari di autocromie stereoscopiche realizzate dal fotografo Mino Zanutto nel 1907, anno della commercializzazione del procedimento inventato dai fratelli Lumière.
Mino Zanutto, Oreste Zanutto, 1907, CMSA F207902
Catalogo della mostra
in vendita presso i Bookshop dei Civici Musei
Euro 12,00
Testo a cura di Claudia Colecchia