Tra le testimonianze rilevanti per effettuare un’analisi della figura femminile, durante la guerra, un posto importante è naturalmente occupato dalla fotografia.
Prima dell’avvento e della fortuna di altri media, la fotografia ha svolto un ruolo privilegiato nel focalizzare modelli e divulgare stereotipi, rivelandosi indispensabile strumento per cogliere i progressivi mutamenti della rappresentazione del “femminile”.
Nello specifico, per quanto concerne la riproduzione delle donne: il documento fotografico ci restituisce la cristallizzazione di una identità sociale e di un mondo relazionale caratterizzato da una rigorosa quando rigida definizione dei ruoli.
Con la guerra tuttavia la società si rimescola e il coinvolgimento delle donne è, nei fatti, massiccio, diffuso e inedito. La donna, presente in molti settori della produzione e della scena sociale, occupa presto anche l’immaginario con riferimenti visivi sempre più forti, tra tutti, le popolarissime cartoline postali.
Si desidera ribadire il dovere della memoria, atto di valenza etica, dovuto a chi ha dedicato grandi sforzi ed energie per continuare a vivere anche in tempi di guerra.
Tutti i materiali fotografici, comprese le cartoline postali, provengono dalla Fototeca e dalla Biblioteca dei Civici Musei di Storia ed Arte, luoghi ricchi di testimonianze che si desidera valorizzare e rendere sempre più fruibili.
Le sezioni della mostra
Sala Attilio Selva
via Rossini, 2
Trieste
a cura di
Claudia Colecchia e Cristina Klarer
con la collaborazione di Gabriella Gelovizza, Tiziana Giannotti, Marino Ierman, Alessandra Relli, Roberto Scrignari
inaugurazione
venerdì 6 marzo 2015
orari e giorni di apertura:
6 marzo – 10 maggio 2015
martedì-domenica 10-17
dal primo aprile: 10-18
ingresso libero