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Acquirenti e collezionisti

Cartoline dall’Estremo Oriente
2. Cartoline dal Giappone

Nel 1899 la firma di nuovi trattati tra il Giappone e le potenze occidentali portò all’abolizione delle colonie e alla fine dell’extraterritorialità e degli altri privilegi “ineguali” goduti dagli stranieri, e significò anche che a questi fu permesso di viaggiare liberamente all’interno del paese. I viaggiatori occidentali che visitavano il Giappone, per motivi diplomatici, militari, commerciali e di turismo, erano in numero ogni anno crescente. Stime prudenti calcolano in oltre diecimila l’anno i visitatori stranieri allo scorcio del secolo, a cui vanno aggiunti gli equipaggi delle numerose navi che facevano scalo nei porti, rimanendovi per qualche giorno o per mesi: per questi viaggiatori era ormai acquisita l’abitudine di inviare a chi era rimasto a casa un saluto e un ricordo visivo dei luoghi visitati utilizzando una cartolina illustrata.

 

Fig. 50 particolare della scheda 6, inv. 190956
Particolare della scheda 6, inv. 190956

La maggior parte delle cartoline “giapponesi” della Fototeca sono state utilizzate per comunicare con parenti e amici, magari riducendo il messaggio ad una semplice formula di saluto e lasciando parlare l’immagine scelta; altre sono state inviate per soddisfare delle precise richieste, come nel caso del mittente della cartolina spedita da Shanghai l’8 gennaio 1902 (scheda 6) che così  scriveva alla signorina Bice di Pola:
“Non giova arrabbiarsi; non giova strillare; non giova battere i piedi; Io rimpatrio pria che fosse finita completamente la collezione (sezione Giappone). Con speciale stima…”; o come spiega aver fatto un altro mittente che, spedendo una cartolina da Nagasaki (ma impostata a Mogi) il 26 settembre 1909 ad un “infermiere scelto” della Marina Italiana di stanza a Pechino, scrive “oggi ho commissionato parecchie cartoline delle varie città Giapponesi con i rispettivi bolli. Appena me li portano te li spedisco” (scheda 32). In altri casi le cartoline sono state comprate per essere conservate, trascendendone l’uso pratico-postale come era proprio fare il cartofilo “puro”; altre ancora, pur non viaggiate, sono state affrancate sul verso con tanto di annullo “di favore”, riunendo in un sol colpo tre diversi aspetti del collezionismo: quello per i francobolli (filatelia), quello per le cartoline (cartofilia) e quello per i bolli (marcofilia).

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