Marino Ierman è fotografo professionista e allestitore presso i Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Trieste. Storico marionettista dei Piccoli di Podrecca, ama il teatro, l’arte, il mare e la sua città, Trieste: passioni che traspaiono nel suo modo di fotografare. Collabora con istituzioni culturali pubbliche e private, anche internazionali. Svolge attività di docenza e tirocinio per studenti di scuole superiori e universitari. Oltre agli scatti dedicati al mondo industriale e della pubblicità, meritano particolare attenzione le campagne fotografiche dedicate al mondo dell’arte. L’occhio del fotografo scruta l’oggetto come fosse qualcosa di vivo, come un organismo che ancora alita, come un corpus in perenne trasformazione nella sua statica fissità. I suoi lavori sono stati pubblicati in oltre 1000 cataloghi di mostre e musei italiani ed esteri, ha allestito oltre 300 mostre e svariati musei.
In occasione della recente mostra Vedute e visioni di Porto Vecchio negli scatti della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e dintorni, tenutasi presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich dal 25 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, Marino Ierman, indugia nella descrizione degli oggetti conservati presso il Magazzino 18: cataste di sedie e bauli, credenze che non accoglieranno più né cibi, né stoviglie, fotografie assemblate su bianche, quanto anonime, pareti. Gli oggetti sono colti nella loro essenzialità, disancorati da qualsivoglia legame di natura funzionale, quasi di matrice morandiana: tangibili testimonianze dell’esodo di un’umanità irrevocabilmente privata di certezze e sogni, perdutamente slegata dal principio dell’appartenenza. Fedele alla sua linea di ricerca che trasuda di cultura pittorica, innanzi ai nostri occhi, una porta si apre su una veduta onirica: sogno e realtà coniugati insieme, rievocando l’estetica surreale di Magritte.
Testo pubblicato in occasione della mostra: Vedute e visioni di Portovecchio negli scatti della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, a cura di Claudia Colecchia, Trieste, Civico Museo Orientale, 25.10.2019-1.02.2020