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Fratelli Giuseppe e Luigi Vianelli [1858-1890]

I fratelli Giuseppe e Luigi Vianelli, originari di Chioggia, giungono a Venezia verso il 1858 e sono attivi fino al 1890 in campo S. Provolo 4704, in calle Larga San Marco, a San Bartolomeo in calle degli Stagneri 5256. Famosi principalmente come ritrattisti in Italia e all’estero, i fotografi conquistano non solo i veneziani ma anche le teste coronate. E la fama procura anche qualche ripercussione negativa. Nel 1862 i fratelli Vianelli sono oggetto di forti attacchi perché accettano di fornire all’imperatrice Elisabetta d’Austria i ritratti estratti dai negativi in loro possesso. La questione induce, già all’epoca, a riflettere sui diritti d‘utilizzo e di sfruttamento economico dei negativi commissionati da terzi. Riporta un giornale dell’epoca: La domanda dell’Imperatrice ebbe da molti un solenne rifiuto[…]. Non è permesso, senza il consenso di quello al quale la fotografia appartiene, di passarla ad altre mani e farla girare al mondo. I fratelli Vianelli però più gelosi di una malintesa ambizione che del rispetto all’altrui diritto, o forse nella credenza di commettere un atto di devozione verso la famiglia imperiale, non si limitarono soltanto ad aderire alla imperiale volontà, offrendo alla coronata alcuni ritratti ma le prestarono un album ove sono i ritratti, di molti dei nostri concittadini, i quali se avessero potuto credere che un giorno il loro ritratto si sarebbe offerto all’Imperatrice, avrebbero preferito di starne senza. Quale scopo possa avere questo desiderio dell’Imperatrice noi lo ignoriamo. Il periodico non è a conoscenza del fatto che l’imperatrice è una raffinata collezionista di carte de visite, in particolare di figure femminili. Proprio nel 1862 inizia a inserire nell‘Album delle donne belle i ritratti di donne di ogni classe sociale, di ogni luogo. L‘inciampo non mina il successo dei fotografi confermato anche dal numero dei collaboratori nello studio: tre uomini e due fanciulli. Raffinati ritrattisti, molto abili anche negli ingrandimenti, ottengono diversi riconoscimenti. Premiati già a Venezia nel 1868, conseguono una Medaglia al Progresso all’Esposizione Universale di Vienna del 1873 proprio per i ritratti che consente loro di accrescere la fama a livello europeo. Nel maggio 1875 Vittoria, principessa di Sassonia Coburgo e Gotha, figlia della regina Vittoria a sua volta grande collezionista di fotografie, visita per la seconda volta i fratelli Vianelli per farsi ritrarre. Nel settembre 1876, la principessa Margherita si reca allo stabilimento fotografico assieme alla marchesa di Montefeltro e al Principe di Napoli. Un giornale coevo riferisce che tra le varie pose da lei scelte, S. A. volle pure essere ritrattata in costume chiozzotto. S. A. si fermò nello studio dei fratelli cav. Vianelli sino alle ore 4 pom. Per questo motivo si firmano “Fotografi di S.M. il Re d’Italia e delle L.L. A.A. R.R. il Principe e la Principessa di Galles e di Germania” e “Fotografi delle Reali Corti d’Italia, di Germania, d’Inghilterra e di Grecia, decorati e premiati più volte”. I fratelli sono noti al punto che in un dizionario coevo, alla voce fotografare, sono citati nell’esempio: Mi feci fotografare dai fratelli Vianelli a Venezia. Lo scrittore Pompeo Gherardo Molmenti immortala a parole il loro studio definendolo: uno fra i più poetici siti del mondo è lo studio di un fotografo, purché sia bravo, s’intende. Qui a Venezia, lo studio dei Fratelli Vianelli è il convegno del nostro mondo elegante, e il ritrovo di tutte quelle simpatiche straniere che vengono ad ammirare entusiasticamente la piazza di S. Marco, il Molo, le chiese, le calli, i canali, ecc. […] Essi possono reggere il confronto di Disdéri di Parigi, di Graff di Berlino, di Angerer di Vienna e di Pettersen di Cristiania che condussero la fotografia ad un grado eminente di perfezione[…]. I Vianelli vi fanno un semplice e bel ritratto, vi ritraggono come siete, cercando di cogliere il momento che vi è più naturale […]. In queste fotografie, pregevoli per morbidezza e precisione, c’è tutta quella indeterminatezza, quella sfumatura che tanto s’avvicina al colore, scostandosi da quell’intonazione troppo spinta che abbaglia a prima vista, ma che torna a danno delle mezze tinte e fa ingiallire i lumi. I turisti accorrono a farsi ritrarre dai Fratelli Vianelli, noti anche grazie alle inserzioni pubblicitarie che i Fratelli Vianelli pubblicano sui giornali stranieri o sui libri. Lo Stabilimento Ricordi acquista una collezione di ritratti fotografici, formato Gabinetto, dei principali artisti. Ogni fotografia dei Fratelli Vianelli è veramente un capo d’arte: del resto la fama de‘ loro prodotti è così universale, che stimasi inutile aggiungere elogi in proposito. Anche la grande Eleonora Duse, a Venezia nel 1886, si reca a posare nel rinomatissimo stabilimento fotografico. Dopo il 1890 il loro archivio fotografico viene rilevato dal fotografo Giovanni Jankovich mentre nello studio subentrano i Fratelli Agolini.

La Fototeca conserva svariati ritratti di sovrani, cantanti, aristocratici e borghesi pervenuti tramite acquisto o donazione in forma sciolta o in album.

Fratelli Vianelli, Matilde de Reya, [1867], F190653

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