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Fratelli D’Alessandri

Antonio D’Alessandri (L’Aquila 1818- Roma 1893) sacerdote aquilano, s’interessa di fotografia dal 1852. Apre uno studio in via del Babuino 65 dal 1856 al 1865 e successivamente in via del Corso 10-12, infine in via Candotti 61-63.

Silvio Negro segnala, in uno dei suoi scritti sulla storia della fotografia a Roma, che come sacerdote cattolico Antonio fu costretto a chiedere una specifica dispensa per esercitare liberamente il suo mestiere di fotografo, dispensa che l’autorità ecclesiastica gli concesse purché non ostentasse sul lavoro l’abito ecclesiastico.
Nel momento di maggior espansione commerciale tra il 1855 e il 1880 si associa al fratello Paolo Francesco (L’Aquila 1824-Roma 1889) e apre una succursale anche a Napoli con il fotografo Giacomo Arena in via della Pace 7 con “giardino e gran salone di cristalli a pianterreno”. Fotografi pontifici fino al 1870, dopo l’esilio dei Borboni (1861), i fratelli diventano fotografi ufficiali anche dell’ex casa regnante partenopea, trasferitasi a Roma. Sono presenti alle esposizioni di Firenze del 1861 e a quella romana del 1870, a quella universale Parigi del 1878. Sono del 1862 le fotografie del campo di Anzio di cui si conservano i negativi al Gabinetto fotografico nazionale di Roma nel fondo Valenziano e del 1867 i campi di battaglia di Mentana e Monterotondo. Fotografano la Breccia di Porta Pia, la presa di Roma: sono considerati i primi fotoreporter di guerra d’Italia. Queste foto procurarono un’ostile reazione delle autorità vaticane che, tornati a Roma, revocano ai D’Alessandri ogni concessione. Antonio, diventato oramai un famoso fotografo, decide di lasciare il sacerdozio.
La documentazione visiva su Roma è di grande valore. Nel 1887, il Genio Civile di Roma commissiona ai D’Alessandri una campagna fotografica destinata a documentare lo stato del fiume Tevere prima e dopo la costruzione degli argini.
Fu la grande Mostra della fotografia romana, tenuta nel 1952, a cura di Silvio Negro, a mettere in luce il ruolo centrale svolto dai D’Alessandri per la conservazione della memoria storica romana e a far conoscere a un grande pubblico il loro lavoro.
Dopo la morte dei due fondatori, il lavoro dello studio sarebbe stato portato avanti ancora per diversi anni, fino al 1930, da Tito e Renato, figlio e nipote di Paolo Francesco.

In Fototeca sono custoditi altri ritratti di Umberto I e Margherita di Savoia realizzati dallo stesso studio romano, giunti in Comune nel 1922 direttamente dai depositi della polizia austriaca.

Fratelli D’Alessandri, Umberto I
F12623

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