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Félix Nadar [1820-1910]

Gaspard Félix Tournachon, detto Nadar, nato a Parigi il 6 aprile 1820, muore nella capitale francese il 21 marzo 1910.
Il padre è un libraio, editore e tipografo di successo, mentre Gaspard Félix, dopo aver abbandonato gli studi di medicina, non sarà solo uno dei pionieri della fotografia ma anche un disegnatore, caricaturista, aeronauta, giornalista e scrittore. L’uomo, altissimo e rosso di capelli, abita a Parigi con la famiglia in rue St. Honorè finché non si trasferisce a Lione per dissesti finanziari. Repubblicano e tifoso della rivoluzione del ’48, combatte la sua particolare sfida politica e sociale con articoli e racconti, disegna caricature e vignette graffianti che firma con lo pseudonimo Nadar per giornali come “Le Charivari” o “Le Journal pour Rire”, è amico e collega di Gavarni, Daumier e Grandville. Nel 1853 all’età di 33 anni apre in rue Saint-Lazare n. 113 un’attivita’ di fotografo con il fratello che aveva appreso la tecnica da Gustave Le Gray e comincia a ritrarre in grande formato e su fondi scuri le elites intellettuali di Parigi, una schiera di amici, pittori, scrittori, incisori, miniaturisti, scultori, pensatori, musicisti, che costituiranno insieme a disegni, schizzi e documenti grafici d’ogni genere il suo Pantheon. Nadar realizza un progetto editoriale con il quale vuole riprodurre, in lunghe sfilate di ritratti caricaturali, gli artisti di Parigi: un archivio unico nel suo genere, che lo rende famoso, ma lo riduce sul lastrico. Mentre Disdéri è il fotografo ufficiale, Nadar è il fotografo dell’opposizione. Louis Thiat lo descrive così: “Nadar era universale: sapeva tutto, parlava con eguale competenza di teologia, di storia o di matematica”. Nel 1857 è coinvolto in un processo nei confronti del fratello per rivendicare la proprietà esclusiva dello pseudonimo Nadar. Realizza nel 1858 le prime fotografie aeree della storia, dovute alla sua esperienza di volo, le prime foto scattate da un aerostato; sperimenta inoltre l’impiego della luce artificiale nella fotografia con le riprese nelle catacombe nel 1861 e nelle fogne di Parigi nel 1864-65. Per le sue immagini vellutate si vide attribuire il titolo di “Tiziano della fotografia”. Dal 1860 la sua firma, alta 3 metri, illuminata dalle luci a gas brilla sulla facciata dipinta di rosso dell’edificio in boulevard des Capucines n. 35, dove prima avevano lo studio Le Gray e i fratelli Bisson. La sua firma è dipinta da un modesto pittore d’insegne, Antoine Lumiere, padre di Louis e Auguste Lumiere, i futuri padri dell’industria cinematografica. Dal 1863, Nadar costruisce un enorme pallone di 6000 m3 ad aria calda battezzato Le Geant (“Il gigante”), ispirando l’amico Jules Verne a scrivere il romanzo “Cinque settimane in pallone”. Il fallimento di Le Geant lo convince che il futuro dell’aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più pesanti dell’aria, istituendo un’associazione per la loro promozione, nella quale riveste la carica di presidente e Verne di segretario. Ispira il personaggio di Michel Ardan, il nome anagrammato lo rivela, protagonista del romanzo protofantascientifico “Dalla Terra alla Luna” di Verne pubblicato nel 1865. Nel 1870 durante la guerra franco-prussiana l’areostato servirà a a portare la posta da Parigi assediata a Londra. Si prepareranno così 64 aerostati che faranno la spola per portare la posta. Negli anni Settanta propone un nuovo formato e nuovi prezzi, introduce il ritocco, delega il processo di ripresa e stampa, adotta la regola dell’industria: dare di più per molto meno. Personaggi illustri entrano nel suo studio e nel suo archivio, da Thiers a Cremieux, una serie infinita di attrici. La sua abilità nel ritrarre le persone è dominata da un metodo: parla con il soggetto da ritrarre, lo mette a suo agio, il viso è sempre al centro, lo sguardo pure è al centro in macchina, così da renderne la pensosità come avviene per il ritratto di Sara Berhnard, fondamentali sono pure gli ornamenti (cravatta, foulard) le mani, il fondale assolutamente neutro. Si tratta di ritratti essenziali. La ritrattistica del Novecento deve molto al suo ritratto psicologico.
Nel suo studio di Boulevard des Capucines a Parigi nell’aprile del 1874 ospita la primissima mostra collettiva dei pittori impressionisti, contribuendo alla nascita della loro fama. Lo studio diventa un luogo d’incontro e un’impresa commerciale. Fotografa Victor Hugo nel suo letto di morte nel 1885. Gli è inoltre attribuita la pubblicazione della prima foto-intervista nel 1886 e la realizzazione di foto erotiche.
La N rossa ha lunga vita nell’azienda, il figlio Paul la gestisce negli anni Ottanta. Nel 1900 l’editore Flammarion pubblica la sua raccolta di saggi ed articoli “Quand’j’etais photographe”, opera in cui raccoglie i suoi cinquant’anni di ricordi e riflessioni sulla fotografia. Nel saggio “I primitivi della fotografia” dedica ampio spazio a Eugène Disderi di cui riporta aneddoto del 1859: Napoleone 3. attraversa boulevard des Italiens al comando delle sue truppe in partenza per l’Italia, davanti allo studio di Disderi, lascia le truppe ad attendere, si ferma per farsi fotografare. Si trasferisce a Marsiglia nel 1896 e nel 1900, nell’ambito dell’Esposizione universale di Parigi, viene organizzata una grande retrospettiva delle sue opere.
Muore nel 1910 e viene sepolto nel Cimitero di Pere Lachaise a Parigi.

Félix Nadar – Pasquale Revoltella -F15871

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