Francesco Penco nasce a Trieste il 10 aprile 1871 e muore il 29 dicembre 1950. Si sposa il 30 agosto 1904 con Emilia Manenizza Emilia, nata a Venezia il 3 gennaio 1853 e morta a Trieste il 27 novembre 1905. Compie il proprio apprendistato in Piazza della Borsa 11 nello studio della moglie, fotografa professionista come il fratello Marco e il padre Spiridione che era giunto da Venezia per rilevare lo studio di Johann Baptiste Rottmayer, nel 1871.
Dopo una breve parentesi americana che lo porta, il 25 maggio 1898, ad Ellis Island a bordo del transatlantico tedesco Werra, Penco torna nel vecchio continente e inizia a collaborare con Emilia Manenizza. Nel 1902 è attivo a Trieste dove fotografa lo sciopero dei fuochisti del Lloyd e corre a Venezia per immortalare le macerie del campanile di San Marco crollato il 14 luglio. Subito dopo le nozze, celebrate nella chiesa di Santa Maria Maggiore, propone al pubblico le assunzioni notturne descritte nell’Indipendente del 5 settembre 1904 così:
Abbiamo assistito sabato sera all’inaugurazione delle assunzioni fotografiche notturne, fatta nello stabilimento fotografico Manenizza del quale sono proprietari i signori E. e F.co Penco. Le assunzioni di notte si fanno mercé due potentissimi riflettori elettrici, di più di 2000 candele ognuno; i quali producono una luce uguagliante quella del giorno. Nessuna differenza esiste fra le fotografie così ottenute e quelle fatte di giorno. Per Trieste questa è una novità; altrove, nelle capitali specialmente, da molto tempo la si pratica con successo. Il signor Francesco Penco, però, oltre al merito di averla introdotta a Trieste senza sapere che la si praticasse altrove, ha quello di avere ideato e costruito da sé gli apparecchi necessari. Nello stesso studio abbiamo ammirato anche riuscitissime fotografie al carbone e al bicromato, lavori veramente artistici.
Altre pubblicità coeve recitano: Servendosi della luce elettrica di due lampade da 1500 candele, i fotografi dello studio Penco riescono con successo a fotografare anche al buio. Lo studio risulta tra i più innovativi della città: può produrre in un’ora fino a 250 fotografie.
Sul verso dei cartoncini si riporta: Primo studio fotografico a luce elettrica assunzioni artistiche, si eseguisce lavori con qualsiasi tempo – Emilia Manenizza Trieste Piazza della Borsa 7.
Nel 1906, lo stabilimento F. Penco successore di E. Manenizza, si sposta provvisoriamente in Corso 9 per poi trasferirsi definitivamente nel 1909 in Corso 14, al quarto piano. Cerca anche altre occasioni professionali chiedendo il permesso al Comune “di fotografare nelle scuole normali gruppi di allievi”.
Nel 1909 lo studio Penco pubblicizza frequentemente l’attività evidenziando che possiede la sezione speciale per ingrandimenti testé introdotta nel suo rinomato studio fotografico. A mezzo di macchinario di proprio sistema, coll’ausilio di valenti artisti, e nulla trascurando dei moderni portati dell’arte ha raggiunto tal grado di perfezione da soddisfare ogni esigenza. Ingrandimenti da corone 10 in poi, secondo le dimensioni richieste.
Nel 1910 partecipa nella sezione professionisti all’Esposizione provinciale istriana tenutasi a Capodistria con 13 ritratti ma rifiuta l’onorificenza conferitagli dalla giuria pubblicamente tramite un avviso sull’Indipendente dell’1 ottobre.
Nel 1909 chiede il permesso al Comune di “fotografare i capolavori esistenti nei Musei comunali” tanto che nel 1912, pubblicizza sulla Guida generale di Trieste: Stabilimento fotografico Francesco Penco Trieste Corso 12 con sale di esposizione delle riproduzioni dei capolavori d’arte che trovansi in Trieste.
Nel 1923 fa parte della giuria della mostra di lavori di apprendisti promossa a Trieste dall’Istituto per le piccole industrie.
Nel 1924 deposita un brevetto per un dispositivo di movimento per la cinematografia senza diapositiva Tipo Block. Sue fotografie si riscontrano nel volume di Attilio Tamaro sulla Storia di Trieste a cui partecipa anche il fotografo della Fototeca Pietro Opiglia e Socrate Gherlanz.
Nel 1925 risulta registrato alla Camera di commercio di Trieste, lo studio fotografico e cinematografico Francesco Penco con sede in corso Vittorio Emanuele 3. n. 12 telefono 9105; l’inizio dell’esercizio è registrato il 7 novembre 1905, la cessazione il 6 aprile 1929. Nel 1925 inventa la cinefotografia per cui tutti possono farsi cinematografare o far cinematografare i propri cari, conservando poi in un indovinato fascicoletto le immagini animate che costituiscono un vero ricordo.
Negli ultimi anni è suo collaboratore Augusto Zullich. Continua l’attività dello studio Gisella Mauri, aiutante e compagna di vita, in Viale Terza armata n. 16 con il logo Fotografia Francesco Penco successori, di Gisella Mauri.
In Fototeca sono presenti circa 80 positivi del fotografo che testimoniano la vita della città nella prima metà del Novecento. Gran parte dell’archivio del fotografo è posseduto dal collezionista Claudio Erné che ne ha approfondito la figura in svariati volumi.