I suoi primi anni di attività risentono fortemente dell’impegno patriottico: dal 1848 sino al 1859 partecipa alle Cinque Giornate milanesi del 1848, alla difesa di Venezia del 1849 e conosce le carceri austriache. Nel 1859 prende parte alla seconda guerra d’indipendenza, con il grado di sottotenente. Pur essendo descritto nel 1857 come “fotografo dagherrotipista” con studio in contrada dei nobili 3992 nella Guida di Milano, solo dal 1859 si dedica a tempo pieno all’attività di fotografo. Si afferma subito come ritrattista di grande talento sia dal punto di vista strettamente tecnico che artistico. Poco dopo il 1861 si trasferisce in via Bigli 6. Dal 1865 si pubblicizza come pittore e fotografo con privilegio pel doppio fondo (sistema Crozat). Negli anni successivi ottiene vari altri brevetti. Nel 1877 apre un nuovo negozio in corso Vittorio Emanuele 20.
Rossi è premiato con medaglia d’argento all’Esposizione di Milano del settembre 1871 e con medaglia di bronzo a quella del 1881. Conseguito un buon credito anche a Genova dove apre una nuova attività, nel 1880, subentra a Trieste nello studio di piazza Borsa 10 dove aveva lavorato prima Giuseppe Wulz con Luigi Boccalini e poi Carlo Hencke. Probabilmente il fratello Napoleone si occupa della gestione dello studio. Per un breve periodo, nel 1883 è direttore tecnico e operatore Sennen Brusadini che poi si trasferisce presso l’atelier Fotografia Daguerre. Nel 1876 era stato testimone del matrimonio fra Francesco Benque e Isabella Unterhuber. Nel suo lavoro utilizza spesso una particolare tecnica, detta albertotipia, che sfrutta un brevetto di Joseph Albert di Monaco e che proprio lo studio Sebastianutti & Benque aveva, in un primo tempo, ottenuto in esclusiva. Nel 1869 ottiene a sua volta la delega da Sebastianutti ad utilizzare il procedimento.