In questo periodo di sofferta immobilità possiamo sempre viaggiare grazie agli strumenti virtuali.
Ebbene, non si tratta di un novità: già dalla metà dell’Ottocento, grazie all’avvento della fotografia stereoscopica dedicata alle vedute delle destinazioni turistiche era possibile effettuare lunghi viaggi intorno al mondo. Le fotografie stereoscopiche sono fotografie tridimensionali maneggevoli, leggere ed economiche che diventano una presenza irrinunciabile nei salotti borghesi. La Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte possiede 738 fotografie stereoscopiche che raccontano Trieste, le città italiane del Grand Tour, le capitali europee, l’Egitto, l’Esotico Oriente e persino la Luna.
Lo strumento che restituisce la tridimensionalità delle fotografie è lo stereoscopio che consente al fruitore di immagini di viaggiare comodamente seduto in poltrona accanto al caminetto e, come dice Charles Baudelaire, vedere il mondo e restargli nascosto.
In Fototeca sono conservati diversi stereoscopi che Baudelaire definisce abbaini dell’infinito su cui si chinano migliaia di occhi avidi.
Lo stereoscopio a colonna è prodotto a Trieste dall’ottico bavarese Giacomo Weiss e consente la visione di 20 fotografie ma esiste anche una visione tascabile: un visore ripiegabile in legno, pubblicizzato nei giornali dell’epoca per le dimensioni non più grandi di un portamonete. E poi … conserviamo lo stereoscopio Lite Owl realizzato da Brian May, chitarrista e fondatore dei Queen.
Ulteriori notizie sul sito della Fototeca che continua a essere implementato: