PROROGATA FINO AL 31 gennaio 2017
Civico Museo d’Arte Orientale
21 maggio- 31 gennaio 2017
Inaugurazione: 21 maggio 2016, ore 12.00
Civico Museo d’Arte Orientale
via San Sebastiano, 1 -Trieste
Sabato 21 maggio alle ore 12.00, presso il Civico Museo d’Arte Orientale, in via San Sebastiano, 1 a Trieste, avrà luogo l’inaugurazione della mostra PASSAGGIO IN INDIA. Arte e vita nel subcontinente indiano nelle fotografie del fondo Usis della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, che rimarrà aperta fino al 31 gennaio 2017 con i seguenti orari: da martedì a venerdì 14-17, domenica 10-17, lunedì chiuso.
La mostra, ideata e realizzata dai Civici Musei di Storia ed Arte, con la direzione di Bianca Cuderi, direttore del Museo di Arte Moderna Revoltella, Musei Civici, Promozione e progetti culturali, è a cura di Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca e delle Biblioteche dei Civici Musei di Storia ed Arte, e di Michela Messina, conservatore del Civico Museo d’Arte Orientale.
L’esposizione, dedicata alle immagini dell’India appartenenti al fondo fotografico USIS (United States Information Service) della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, offre per la prima volta al pubblico una selezione delle 500 fotografie originali della serie “India”, realizzate tra il 1939 e il 1950 con fini propagandistici per sottolineare il nesso tra prosperità e democrazia, con una volontà didattica e tecnica priva di alcun intento lirico che, comunque, affiora grazie alla polisemicità della fotografia.
La mostra intende consolidare il percorso di conoscenza e valorizzazione del patrimonio posseduto dalla Fototeca cittadina e, al contempo, approfondire un aspetto dell’arte del continente asiatico che non compare nell’attuale percorso espositivo.
Il visitatore viene condotto in un viaggio in cui si affrontano tematiche riguardanti il conflitto bellico mondiale, il mondo del lavoro, la coesistenza dell’India rurale ed esotica con l’India urbana e moderna, il fascino dei grandi templi.
Le immagini della serie India provengono da diverse agenzie informative americane, quali l’Office of War Information e US Army Signal Corps, ma la maggior parte di esse sono corredate del timbro del Bureau of Public Information, Government of India e del Directorate of Inter services Public Relations; altre foto sono inglesi, corredate dal timbro Ministry of Information: Photograph Division.
Qualunque ne sia la provenienza, molti scatti confermano la professionalità dei fotografi grazie all’eleganza delle inquadrature, la classicità degli atteggiamenti e delle pose, lo studio della luce, tricky business in India, come ricorda il famoso fotografo inglese Cecil Beaton.
A corredo, le didascalie tratte dai documenti dell’USIS sono “arricchite” di alcune suggestioni desunte dal libro L’India che ho vissuto del medico e studioso triestino Arturo Castiglioni, impressioni che l’autore raccoglie durante un viaggio in India compiuto negli anni ’30 del ‘900, che restituisce i gesti, le movenze della gente, i colori del paesaggio. L’India di Castiglioni “è un enorme museo nel quale si possono osservare passo per passo le documentazioni di tutte le fasi della civiltà umana, la evoluzione di tutte le religioni, lo sbocciare, la fioritura e la decadenza di tutte le forme d’arte, il manifestarsi di tutte le forme politiche, lo svolgersi di tutte le idee religiose”.
L’esito della contaminazione punta a tratteggiare un ritratto collettivo e, al tempo stesso, di individualità “fermate” in un paese in rapida, pur se contraddittoria, evoluzione.
Ospitata nelle due salette espositive al piano terra del Civico Museo d’Arte Orientale, la mostra è anche l’occasione per esporre al pubblico una selezione di beni di manifattura indiana presenti nella collezione del museo, tra cui alcuni reverse painting su vetro, oggetti in ceramica e armi nonché le note piccole sculture raffiguranti le caste e i mestieri dell’India.
PASSAGE TO INDIA
Art and life in the Indian subcontinent in the pictures of the USIS fund from the Photo Archive of the Civic Museums of History and Art
The Exhibition dedicated to the images of India belonging to the USIS photography fund (United States Information Service) from the Civic Museums of History and Art Photo Archive, offers, for the first time, a section with 500 original photos from the series “India”, realized between 1939 and 1950 with propagandistic purposes to underline the link between prosperity and democracy, with a willingness teaching and technique without any lyrical intent that, anyway, emerges thanks to polisemicyty of the photography.
The exhibition means to consolidate the knowledge path and the valorisation of the heritage possessed by the town Photo Archive and, at the same time, deepens an aspect of art of the Asian continent that does not appear in the current espositive route.
The visitor is conducted in a journey in which you deal with issues regarding the world military conflict, world of work, the coexistence of the rural and exotic India with the urban and modern one, the charm of the great temples.
The images of the India series come from different American informative agencies, like “Office of War Information and US Army Signal Corps”, but most of them are provided with the stamp of the “Bureau of Public Information, Government of India” and of “Directorate of Inter Services Public Relations”; other photos are English, accompanied by the stamp “Ministry of Information: Photograph Division”.
Wherever they come from, many shots confirm the professionalism of the photographers thanks to the frame elegance, the classical nature of the attitudes and poses and the study of the lights, (“tricky business”) in India, as noted by the famous British photographer Cecil Beaton.
Moreover, the captions that come from the USIS documents are “enriched” by some suggestions derived from the book “L’India che ho vissuto” (“The India, I have lived”) from the Triestin doctor and scholar Arturo Castiglioni impressions that the author collects during a trip in India made in the 1930’s which returns the gestures, the movements of the people, the colours of the landscape. Castiglioni’s India “is a huge museum where you can observe step by step the documentations of all the phases of human civilization, the evolution of all religions, the blooming, flowering and decadence of all art forms, the occurrence of all political forms, the development of all religious ideas”.
The outcome of contamination aims to outline a collective portrait and, at the same time, about individuality “stopped” in a country with faces to a rapid, although contradictory, evolution.
Hosted at the ground floor, in the two exhibition rooms of the Civic Museum of Oriental Art, the exposure is also an opportunity to show to the public a selection of Indian manufacturing placed in the Museum’s collection.