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Mino Zanutto [1840-1913]

L'Indipendente, 30.11.1884
L'Indipendente, 30.11.1884

Domenico Giacomo Zanutto, detto Mino, è originario di Cividale del Friuli, partecipa come caporale furiere nel 1860 alla spedizione dei Mille in Sicilia partendo da Quarto con la seconda spedizione (divisione Medici) entrando a Palermo, viene ferito ad una gamba a Milazzo il 26 luglio 1860. Il 10 settembre 1860 è a Napoli, verso i primi di ottobre al Volturno, viene incarcerato a Chieti, poi si ritira a Livorno, dove lavora presso lo studio fotografo di Giuseppe Marzocchini in via Vittorio Emanuele. L’atelier era uno dei centri del movimento patriottico. Nel 1862 è ad Aspromonte e viene fatto prigioniero a Verignano, nel 1866 è imprigionato in Trentino dagli austriaci sino alla conclusione della Terza guerra d’indipendenza. Anche il fratello Giovanni di 10 anni più giovane si arruola garibaldino e combatte nel 1866 in Tirolo. Tornati in regione, aprono il Nuovo stabilimento fotografico italiano dei fratelli Zanutto a Udine. Si trasferiscono nel 1867 a Cividale del Friuli. Qui Mino vende i suoi positivi con il logo Fotografia Cividalese di Mino Zanutto. Il 16 novembre 1869 Giovanni muore. Dopo aver esposto alcuni paesaggi e ritratti a Graz nel 1868, si trasferisce nel capoluogo della Stiria e, nel 1870, apre con Samuel Volkmann due studi: uno in Fischmarkt 3 e uno a Marburg presso il Stichl’s Garten Salon. Nell’aprile 1872 finisce il sodalizio con Samuel Volkmann e si trasferisce a lavorare nell’atelier di Adolf Kuch in Sackstrasse n. 31. Nello stesso anno apre da solo un atelier in Stiftgasse 3, dal 1873 lavora in Salzamtsgasse 3 e collabora con l’atelier Volkmann in Kaiser Josef Platz 3 nel 1882. Nel 1884 lascia la Stiria e apre a Trieste uno studio in via della Caserma 1, al 2 piano, dirimpetto all’Ufficio Postale. Nelle pubblicità sul Piccolo o sull’Indipendente, Zanutto scriverà che è alieno da ogni specie di réclame, si limita a invitare l’intelligente pubblico triestino a voler onorare di una visita le sue sale d’aspetto al secondo piano per esaminare i lavori che in Italia e nella città di Graz gli procurarono, per lunghi anni, la più cospicua clientela. Ben presto lo studio diventa uno dei più apprezzati in città. Collabora alla realizzazione del volume Pianure friulane di Giuseppe Caprin, è il fotografo ufficiale della famiglia Veneziani. Il 20 maggio 1903, il figlio Oreste ottiene la licenza d’industria per lo studio di via Caserma, in luogo di Mino Zanutto. Nel 1904 lo studio si sposta in via Caserma 3, al V piano e assume una nuova denominazione Studio Fotografico Zanutto, attivo fino al 1914. Probabilmente è stato Oreste ad occuparsi della conduzione dello studio nell’ultimo periodo visto che Mino rientra a Cividale il 10 ottobre 1912 e muore a Udine il 2 febbraio 1913.

L’11 dicembre 1957, il Comune di Trieste riceve il lascito di Oreste Zanutto che consiste in 11 scatole contenenti 923 fotografie e 55 ritratti e vedute diverse distribuite in 13 cornici di vetro: un lascito prezioso che include anche tre rari esemplari di autocromia stereoscopica realizzati dal fotografo nell’ottobre 1907. Si tratta di 3 ritratti del figlio Oreste.

Mino Zanutto, Oreste Zanutto, Trieste, 13.10.1907, autocromia
Premiata fotografia Zanutto, Trieste ante 1917

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